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    Una donna assiste a una riunione
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      Salute e sicurezza

    Menopausa: è tempo di cambiare la narrazione

    Come possiamo supportare le donne nel mondo del lavoro a qualsiasi età?

    Qual è la percezione delle donne nella fascia di mezza età e oltre nei luoghi di lavoro? E cosa possiamo fare per permettere alle donne di esprimere il loro pieno potenziale professionale a qualsiasi età? Rachel Lankester, fondatrice di Magnificent Midlife, illustra i vantaggi che le organizzazioni potrebbero ottenere supportando sul luogo di lavoro chi affronta cambiamenti nella sfera personale.

    Il dibattito sul ruolo che le imprese potrebbero svolgere per migliorare il benessere sul luogo di lavoro si intensifica: dalle discussioni sui diritti di maternità e sul congedo mestruale, a come supportare le persone nel gestire i cambiamenti della vita, come ad esempio la menopausa.

    La menopausa sta acquisendo una rilevanza sempre maggiore, anche nel mondo del lavoro. Lavoriamo tutti più a lungo e andiamo in pensione più tardi; e le lavoratrici di oggi sono la prima generazione che rimane nel contesto lavorativo per lo stesso tempo dei colleghi maschi. Secondo le stime, inoltre, entro il 2025 nel mondo ci saranno più di un miliardo di donne in menopausa, ovvero il 12% della popolazione mondiale, per gran parte ancora lavoratrici attive.

    Attingere all'esperienza e alla competenza di queste donne è un vantaggio per le organizzazioni, con il prezioso contributo che offrono come un modello di riferimento per le donne e, perché no, per gli uomini con meno esperienza. Eppure una ricerca della Fawcett Society ha rilevato che una donna su dieci nel Regno Unito lascia il lavoro per i sintomi della menopausa, e addirittura un quarto delle donne che accusano sintomi importanti abbandona il lavoro. Anche se i numeri variano da Paese a Paese, il dato potrebbe riguardare milioni di donne in tutto il mondo.

    Rachel Lankester, di Magnificent Midlife, un centro di supporto online per donne over 40, ritiene che le organizzazioni in grado di supportare le proprie dipendenti in questa fase della vita possono ricavare enormi opportunità.

    "Pensate a tutta la saggezza e l'esperienza che queste donne hanno accumulato. Le donne apportano una prospettiva diversa alle decisioni aziendali; e non dimentichiamo che rappresentiamo il 50 percento della popolazione: come si possono prendere decisioni aziendali senza includere le donne, a prescindere dall’età?”

    Lankester è solo una tra i tanti esperti con cui BSI collabora per dare forma al pensiero su questioni importanti come questa, per creare un contesto in cui sviluppare le soluzioni per affrontarle. Essendo entrata in menopausa in maniera precoce all'età di 41 anni, per Rachel si tratta di una questione personale, col desiderio di dissipare la potenziale negatività e il timore associati alla menopausa, tanto per le donne quanto per le organizzazioni.

    "Con la menopausa ho iniziato a scoprire nuovi aspetti. La menopausa non significava che fossi in qualsiasi modo meno donna di prima. La considero una transizione verso una nuova ed entusiasmante fase della vita. Non è l'inizio della fine; e piuttosto che considerarla come un elenco di sintomi che richiedono farmaci per risolverli, dobbiamo apprezzarla come una transizione naturale".

    Secondo Rachel, non sono solo i sintomi a portare le donne a lasciare il lavoro; anche la discriminazione legata alla combinazione di genere ed età ha un suo ruolo: "Le donne vogliono vivere la vita in modo diverso dopo la menopausa. Con più voce in capitolo. E alle proprie condizioni".

    Per le organizzazioni, sottolinea Rachel, perdere quell'esperienza può aver un costo, e non solo perché devono formare altre persone per ricoprire quei ruoli: “Sappiamo tutti che le aziende caratterizzate da una maggiore diversità ottengono risultati migliori; e la gente dimentica che l'età è un criterio di diversità come qualsiasi altro”.

    Quindi, per offrire una guida alle organizzazioni su questo tema, l’età è la prima questione che affronta: "Ritieni che le persone più mature siano preziose oppure tendi a scartarle? Le consideri da pensione? Credi che saranno solo i giovani nell'organizzazione ad avere la grinta e l'energia per promuovere il cambiamento? Se questa è la tua mentalità come organizzazione, i senior non potranno mai trovarsi bene e le donne, soprattutto, saranno in difficoltà".

    Secondo Rachel, anche gli uomini dovrebbero essere coinvolti in questi dibattiti: "Molti uomini non sanno cosa significhi per le donne entrare in menopausa. Il che può dare origine a incomprensioni, battute fuori luogo e persino a un senso di minaccia per i colleghi. Tutti abbiamo bisogno di informazioni per poter dare supporto e sentirci supportati".

    Il timore di Rachel è che le organizzazioni possano ricadere negli stereotipi o medicalizzare eccessivamente qualcosa che lei considera un processo del tutto naturale. Piuttosto che un atteggiamento univoco e universale, serve un approccio più ampio e completo.

    "Alcune donne avranno difficoltà, altre no. Nel considerare il modo migliore per aiutarle, la prima cosa da fare è chiedere a loro cosa vogliono per non ritrovarci a dare ciò ciò che noi pensiamo loro vogliano. Se chiediamo, scopriamo che le risposte possono spaziare dal semplice desiderio di una sessione informativa sulla menopausa, fino a alla richesta di una vera e propria politica in materia, passando per conversazioni sul mentoring, sul lavoro flessibile o, nella sua forma più elementare, su una diversa gestione del termostato dell'ufficio. ".

    Affrontare gli effetti che la menopausa ha sulle donne in ambito lavorativo significa aprire un dialogo seguendo il ritmo che loro stesse scelgono. Non sono una fan delle imposizioni".

    Sebbene ogni luogo di lavoro e i relativi contesti nazionali e culturali siano diversi, Rachel ritiene che disporre di una guida iniziale e di standard globali sulle buone pratiche possa costituire una risorsa significativa per le organizzazioni: “Molte aziende non sanno cosa fare, ma avere una politica sulla menopausa è sensato quanto averne una sulla gravidanza”.

    BSI ha rilasciato uno standard che fornisce questa guidance iniziale, con l’impegno attivo di sensibilizzare su questo problema e collaborare con politici e aziende per valutare come supportare le donne in menopausa sul posto di lavoro.

    "Si tratta semplicemente di riflettere in anticipo sul tema e di predisporre procedure che consentano alle donne di affrontare al meglio la menopausa", conclude Rachel. "Non è una situazione in cui le donne dovrebbero lottare. Anzi, oggi dovrebbero ottenere risultati altrettanto buoni, se non migliori, rispetto a quelli già ottenuti".

    In che modo dare priorità alle persone può rendere la tua organizzazione più resiliente?

    Iniziare a pensare ai cicli della vita professionale a tutto tondo è essenziale per il futuro della tua organizzazione. Garantire che le esigenze e le aspettative fisiche, mentali e cognitive dei dipendenti, in relazione al proprio lavoro, siano soddisfatte in modo inclusivo può contribuire a creare una cultura di fiducia e a migliorare il benessere. Dare priorità alle persone in questo modo crea un'organizzazione più resiliente e innovativa, in grado di attrarre e trattenere i migliori talenti, ora e in futuro.